Ponte nelle Alpi Soverzene

GRUPPO DI PONTE NELLE ALPI SOVERZENE
Data Costituzione: 1922
Indirizzo Sede: via Nuova Erto, 45/B – 32014 PONTE NELLE ALPI (BL)
Forza del gruppo al 31/12/2013: Alpini 377 – Aggregati 74
Forza del gruppo al 31/12/2014: Alpini 360 – Aggregati 73
Forza del gruppo al 31/12/2015: Alpini 354 – Aggregati 76
Forza del gruppo al 31/12/2016: Alpini 340 – Aggregati 78
Forza del gruppo al 31/12/2017: Alpini 331 – Aggregati 77
Forza del gruppo al 31/12/2018: Alpini 324 – Aggregati 78
Forza del gruppo al 31/12/2019: Alpini 312 – Aggregati 76
Forza del gruppo al 31/12/2020: Alpini 312 – Aggregati 72
Forza del gruppo al 31/12/2021: Alpini 298 – Aggregati 73
Forza del gruppo al 31/12/2022: Alpini 287 – Aggregati 75
Forza del gruppo al 31/12/2023: Alpini 269 – Aggregati 74
 

Capogruppo in carica
Mario Dall’Anese  

Notizie storiche dal Gruppo
Per quanto risulta dal giornale “L’Alpino” e da altre notizie d’archivio, è il secondo gruppo istituito dopo quello di Canale d’Agordo nel 1922.

Da notizie sul giornale “L’Alpino” risulta che il Gruppo Alpini di Ponte nelle Alpi veniva riconosciuto dal 1923 e che il 4 maggio 1924 ci fu la prima assemblea ufficiale alla presenza del presidente geom. Antonio De Battista e del Capo Gruppo Antonio Susin. Il gagliardetto sarà poi benedetto a Polpet, in occasione dell’inaugurazione del monumento ai Caduti, il 22 giugno 1924, con una grande manifestazione. Nel 1927 subentrò a Capo Gruppo Edoardo Costantini e nel 1932 fu nominato Vittorio Azzalini. L’ 11 dicembre 1938 si tenne l’assemblea dei soci del sodalizio A.N.A. che fu denominato Compagnia (Sottosezione), articolata su tre Plotoni intitolati ad altrettanti caduti in guerra.
Con la guerra d’Africa Orientale e quella 1940-45, si dispersero le notizie del Gruppo o Sottosezione (Il giornale dell’A.N.A., L’ALPINO cessò la pubblicazione dal 1° settembre 1943 al 27 aprile 1947).

La ricostituzione del Gruppo avvenne a partire da marzo 1959 e la prima assemblea fu convocata il 12 febbraio 1961; su iniziativa di alcuni volonterosi alpini e artiglieri, guidati con entusiasmo dal cav. Giovanni Feltrin, che porterà ben presto ad un numero elevato di soci. Feltrin dimostrò le sue capacità organizzative in occasione della catastrofe del Vajont nell’ottobre 1963, con la costituzione di squadre per soccorsi e ricerca delle vittime. Anche per l’alluvione del 1966 Feltrin mobilitò gli alpini per portare soccorsi in zona dell’Alpago. Morì il 31 dicembre 1968 e a lui venne intitolato il Gruppo. Successore fu eletto Piero Zilli che porterà il Gruppo a superare i 500 iscritti. Anche Zilli lascerà una traccia a Ponte nelle Alpi per la sua notevole disponibilità sociale e capacità organizzativa. Si prodigò in modo mirabile e determinante, in occasione del terremoto del Friuli del 1976 per il cantiere n° 9 di Attimis, facendo buona spalla al presidente della Sezione Mussoi.

Nel 1976, con decisione del consiglio direttivo, il Gruppo aggiunse la denominazione anche di “Soverzene” raggruppando soci di quel comune da oltre dieci anni.

Zilli morì nel 1977 e gli succedette per un triennio Roberto De Prà. Nel 1982 fu nominato Luigi Bristot che da tanti anni faceva parte del consiglio direttivo, ex combattente, con il Gruppo “Belluno”, del 5° Regg. Artiglieria Alpina, ne seguì le sorti per quattro anni al seguito della Divisione Pusteria nella guerra Greco – Albanese, sul fronte Francese e del Montenegro.

Dal 1994 il Gruppo venne guidato da Dario Meneghel e dal 1997 da Gino Rizzo. Dal dicembre 2005 è stato nominato a Capogruppo Cesare Poncato (già consigliere nazionale e di Sezione).

Notevole l’attività del Gruppo in tanti anni e in tutti i campi. Oltre all’attività ordinaria sono da ricordare senz’altro le principali opere che restano a testimonianza: il 15 agosto 1976 venne inaugurato il ‘Monumento Alpino” al Pus, opera dello scultore Isidoro Bona di Tambre. Nel 1981 fu donato l’arredamento all’Asilo di Polpet, in ricordo di Pietro Zilli e di Giovanni Feltrin. Il 27 giugno 1983 fu inaugurato, a Savignano sul Panaro (Modena), un monumento ai Caduti, donato dal Gruppo.

Nel 1984 venne aperta la “Casetta Alpina” al Pus, meta di molte feste alpine, ricavata e rifatta da un prefabbricato dei terremotati del Friuli.

Il 1985 vide la realizzazione di un sogno covato da anni: la sede sociale eretta a Nuova Erto, ricavata anche questa da un prefabbricato del Friuli, con il lavoro insostituibile di Luigi Bristot e di altri collaboratori. La sede è stata inaugurata il 5 gennaio 1986 con la presenza del gen. Eugenio Mocchi comandante la Brigata Cadore e del presidente Mussoi. Una sede veramente confortevole, degna di un grande Gruppo. All’interno sono collocati i pannelli in bronzo che rappresentano la Campagna di Russia, opera dell’artista e socio Arturo Faganello. Nel 1993 il Gruppo diventò proprietario della mula Fina, salvata dalla macellazione da Luigi Bristot, nell’ultima asta tenutasi a Belluno.
Il 4 giugno 2000 dopo tre anni di lavoro e con il contributo di tante ditte locali e dell’Amministrazione Comunale, si è potuto inaugurare un ampio magazzino, destinato al ricovero dei materiali del Gruppo e del nucleo di Protezione Civile. Dal 1990 sono operative le squadre di protezione civile, alla cui guida si sono succeduti Ermelindo Prest, Giuseppe De Biasi e Mauro Carlin.

I volontari sono intervenuti in soccorso alle popolazioni colpite dall’alluvione in Piemonte – Asti e Canelli, in Garfagnana, nella Val d’Aosta, nel terremoto della Marche e dell’Umbria e nei campi profughi di Kukes e Durazzo in Albania.
Il Gruppo Protezione Civile dispone di molte attrezzature tra le quali un automezzo Ducato, cucine da campo, generatore d’aria calda, gruppo elettrogeno, torre faro di illuminazione.

Tra i tanti interventi sul territorio, ricordiamo, le esercitazioni “Lago pulito”, il ripristino di sentieri di montagna, lavori ambientali in collaborazione con le Amministrazioni Comunali, le numerose attività di ordine pubblico e di supporto agli enti pubblici ed associazioni.

Recentemente, alcuni volontari hanno collaborato per la costruzione della casa alloggio per bambini in Romania a cura del comitato “Pollicino”.