L'ASSOCIAZIONE NAZIONALE ALPINI
L’Associazione nasce con lo spirito delle Società di Mutuo Soccorso.
LE RADICI
FONDAZIONE DEL CORPO DEGLI ALPINI
IL 7° REGGIMENTO ALPINI
Il “ 7° Reggimento Alpini ”
Le principali azioni svolte dal 7° Reggimento Alpini furono:
- 1887-88 con il Corpo di spedizione in Africa;
- 1895-96 il 1° btg. Alpini Africa – Adua;
- 1908 in Calabria e Sicilia per il terremoto;
- 1912 il btg “Feltre” nella campagna di Libia;
- 1915 -18 sul fronte alpino della 1° guerra mondiale;
- 1919-26 il btg “Feltre” in Albania;
- 1936 il btg “Uork Amba” in Etiopia – Africa;
- 1940 sul fronte occidentale della 2° guerra mondiale;
- 1941 nel Montenegro;
- 1953 dislocato a Cividale per l’esigenza “Trieste”;
- 1963 primo reparto in soccorso al Vajont
FONDAZIONE DELL’A.N.A.
LA STORIA DELLA NOSTRA SEZIONE
PRIMO PERIODO 1921 - 1930
La nascita della Sezione Alpini di Belluno, nella storia dell’Associazione, è documentata il 20 giugno 1921 ed il suo primo presidente fu il magg. Dazio De Faveri (così battezzato dal padre esattore del dazio appunto) che la condusse sino al 31 dicembre 1936.
A provare che la Sezione si mise subito all’opera con entusiasmo e passione alpina, troviamo nella relazione del presidente nazionale Arturo Andreoletti, ai primi del 1922, una citazione riguardante la nostra sezione che suona di elogio per la collaborazione data all’organizzazione del raduno di Cortina (il secondo per la storia dopo quello dell’Ortigara del 5-7 settembre 1920) nel mese di settembre dell’anno 1921.
Il gagliardetto della nuova Sezione venne inaugurato l’anno dopo, il 15 ottobre 1922, durante la cerimonia del 50° anniversario della fondazione del Corpo degli Alpini alla Caserma Salsa, sede del Settimo. Il gagliardetto fu benedetto dal Cappellano degli Alpini del 7° don Piero Zangrando, madrina la marchesa Rosalia Pianavia Vivaldi.
Nel 1925 partì l’iniziativa per la dedica di un monumento al 7° Reggimento Alpini.
Esecutore era lo scultore Silvio Zaniboni di Milano, penna nera nella guerra 1915-1918. per la copertura della relativa spesa venne indetta una sottoscrizione e gli alpini furono chiamati a concorrere con una cifra cospicua: cento lire a testa ma suscettibile di riduzioni fino a venticinque. Nella sede di via Carrera, 10 – presso lo studio del rag. De Faveri – aveva sede il Comitato Esecutivo, quindi il comando civile della manifestazione, mentre nella caserma Salsa era insediato il comando di tutte le operazioni.
S.M. il Re Vittorio Emanuele III aveva assicurato la sua presenza anche perché nella stessa giornata la Città di Belluno avrebbe inaugurato il nuovo ponte sul Piave – che era andato distrutto nella ritirata dei tedeschi a fine ottobre 1918 – denominato appunto “Ponte della Vittoria”.
“5000 ALPINI A BELLUNO – 23 maggio 1926″ Così tolava allora il giornale “L’ALPINO” che vi dedicò ben tre pagine e mezzo. Tra le autorità civili, militari e politiche presenti si annoverano: oltre ovviamente a Sua Maestà, i parenti delle medaglie d’oro, i grandi decorati al v.m., il figlio di Cesare Battisti, Gigi; Ivanoe Bonomi ufficiale alpino ed ex presidente del Consiglio e Ministro della guerra, il ten. Gino Malvezzi, quello della mina del Castelletto, Angelo Schiocchet, il “diavolo delle Tofane”, il cap. Arturo Andreoletti, già presidente dell’A.N.A., S.E. Italo Balbo che sfilò con il btg “Cadore”.
Il 6 aprile 1929, il presidente on. Angelo Manaresi che è ministro del Governo Fascista e anche presidente del C.A.I., fu costretto a convocare l’assemblea dei presidenti di sezione a Roma per la ratifica del nuovo statuto voluto dal regime fascista (che tra l’altro aboliva ogni garanzia democratica delle assemblee elettive) dove fu trasferita anche la sede da Milano e l’Associazione costituiva il 10° Reggimento Alpini, le Sezioni diventavano Battaglioni, i Gruppi di conseguenza Plotoni.
Durante il raduno che la Sezione aveva indetto per domenica 17 agosto 1930 e che aveva previsto l’Adunata a Fontananegra nella ricorrenza del 15° anniversario della morte del gen. Antonio Cantore, in serata ad Agordo, il gagliardetto di quel gruppo alpini fu solennemente inaugurato in municipio da Manaresi e da De Faveri, che, lo stesso giorno, accompagnati dal cap. Campari e da De Gregari erano saliti anche al Castelletto e a Forcella Bois.
Il 31 dicembre 1930 il gagliardetto del gruppo di Forno di Zoldo, diretto da Tiziano Serafin “El Tizian”, fu benedetto da don Pietro Zangrando, madrina Lella Belloni Fain Binda.
SECONDO PERIODO 1930 - 1940
L’impegno principale della Sezione, come ogni anno, è quello dell’adunata nazionale, che nel 1931 è indetta per il 20-21 aprile nella città di Genova. Allora si sfilava secondo i reggimenti della propria zona e quindi Belluno era compresa nel 7° comandato dal cap. Celso Coletti (presidente della sezione di Venezia) mentre le Sezioni della provincia avevano i seguenti comandanti: Belluno cap. De Faveri, Agordo cap. Manzoni, Calalo cap. Fanton, Feltre cap. Collarin, S.Stefano di Cadore ten. De Zolt. Allora si contavano cinque Sezioni costituite.
Il 16 agosto dello stesso anno la Sezione organizzò in Consiglio un’adunata sezionale con la partecipazione dei gruppi Alpago, Ponte nelle Alpi, Oltrardo e una rappresentanza della consorella di Vittorio Veneto: “Fac totum” della Manifestazione Cice Bortoluzzi, Capo Gruppo Alpago.
Il 27 febbraio 1933 la Sezione organizzò un’adunata sciatoria al Nevegal, con la partecipazione dei gruppi di Ponte nelle alpi, Castionese e Oltrardo. La sintetica classifica: gara individuale 1° Giovanni Sommavilla, 2° Piero Panettoni, 3° Aldo Parizzi; a squadre 1° Oltrardo; il premio al più giovani fu di Attilio De Nardin.
Il 4 febbraio 1934 a Tambre dal Gruppo Alpago di Cice Bortoluzzi fu organizzato un raduno Sezionale e il 15 giugno si ha notizia della costituzione del Gruppo Col di Lana a Livinallongo con a capo gruppo Giuseppe Palla fu Domenico.
L’anno 1935 (guerra d’Etiopia) furono organizzati due raduni nazionali, uno a Tripoli e uno a Pieve di Cadore. Il 27 febbraio non mancò il raduno Sezionale lungo il lago di S.Croce a Farra d’Alpago, sempre sotto la regia di Cice Bortoluzzi.
Nel 1936 non si ha cronaca di particolari avvenimenti se non per i grandi festeggiamenti per la vittoria in Abissinia, al successo contribuì in maniera determinante la Divisione Alpina Pusteria, col Reggimento 7° d’Africa e il 5° Art. Alpina.
Il 4 marzo 1937 vi fu un avvicendamento nel direttivo della Sezione e furono nominati: presidente, o meglio comandante, il ten. Giacomo Palla con il vice dott. Giuseppe Reolon, segretario il rag. Bruno Conz, cassiere Enrico Durigon e consiglieri col. Pietro Zaglio, col. Celso Piovesano, rag. Doglioni, cap. Antonio Arban (incaricato per la stampa), Umberto Tosi, Edoardo De Mozzi, Antonio Bortoluzzi, Giuseppe Prest, Vittorino Azzalini; revisori dei conti Francesco Brigo, Giuseppe dalla Porta e cappellano della Sezione don Ferruccio Zornitta.
Dalla relazione del nuovo comandante Palla apprendiamo l’elenco dei gruppi e dei capigruppo nelle varie zone con il numero complessivo di soci di 820 unità: “Broi” (Oltrardo) – “Bogo” (Castionese) – Trichiana – Limana – Falcade – Cencenighe – Agordo – Sospirolo – Gruppo Rionale Belluno (non si cita Ponte nelle Alpi – Alpago – Zoldano).
Nello stesso mese vi fu un cambiamento traumatico con il passaggio di tutte le associazioni d’arma alle dirette dipendenze del Partito Nazionale Fascista. Questo fatto formale sanzionò ufficialmente il cambio di denominazione dell’Associazione Nazionale Alpini in 10° Reggimento Alpini. La modifica era già avvenuta nel 1935 quando il suindicato termine militaresco fregiò per la prima volta la tessera associativa, dove ad iniziare dal 1930 figurava l’indicazione “Firma del Comandante del 10°. Il fascismo impose certi rituali che lo caratterizzarono: il trasferimento della sede nazionale della Associazione a Roma; la imposizione di un nuovo Statuto (1929); l’aggiunta di un piccolo fascio al distintivo (sotto il simbolo associativo).
Il 12 giugno 1937 fu inaugurata la nuova sede di Via Carrera n. 10 enello stesso anno furono organizzati i raduni di Agordo – 30 giugno, a Forcella Fontananegra – 22 luglio nel 22° anniversario della morte del gen. Antonio Cantore con la partecipazione dei gruppi di Trichina, Livinallongo e Alpago.
Il 4 dicembre 1938 si ha notizia che il gen. Amedeo De Cia, comandante della “Pusteria” fece visita alla caserma D’Angelo sede del 5° Regg. Art. Alpina. De Cia consegnò, nel cortile della Caserma “Michele d’Angelo”, al col. Antonio Norcen (quello del rifugio Visentin e comandante del Reggimento) le Regie Patenti con le quali S.M. il Re Imperatore si degnava concedere al reggimento il motto: “Sovra gli altri come aquila vola”.
Nel 1939, il col. Carlo Ghe, comandante del 7° si fece promotore della costituzione di un museo-sacrario all’interno della Salsa che dovrà conservare cimeli e ricordi della Grande Guerra e di quella in A.O.I., anche con i cosiddetti “bottini di guerra”, e fece appello agli ex combattenti e famiglie perché contribuiscano a donare particolari ricordi. (Si auspica che nel 2005 i locali della villa “De Manzoni” a Pat di Sedico di proprietà dell’amministrazione Provinciale di Belluno siano ultimati e che finalmente tutto il materiale museale possa trovarvi degna collocazione per essere messo a disposizione delle visite).
Nel febbraio il Comandante S.E. Angelo Maranesi fece visita al Battaglione “Val Piave” (Sezione di Belluno) è motivo per ricordare l’evento per la citazione, nelle cronache, dei Gruppi-Plotoni alpini inaugurati: al mattino a Trichina e nel pomeriggio il comandante fece visita alla Faesite di Longarone e poi al Plotone di Ponte nelle Alpi dove salutò il responsabile Azzalini e si fermò a Pieve d’Alpago dove inaugurò solennemente i gagliardetti di Puos, Chies e Pieve; il m.o De Pra fece da direttore dei cori e poi rancio “speciale” al palazzo Fullin.
Ultimo avvenimento dell’anno titolato da “L’ALPINO”: E’ MORTO IL PAPA ALPINO. Al secolo era Achille Ratti, di origine lombarda (Desio) valido alpinista. Il giornale riporta espressamente quanto Pio XI disse agli alpini in Piazza S.Pietro nel 1934 in occasione dell’adunata: “Alpini, un nome che fa subito ripensare alle Alpi, teatro magnifico e sublime delle loro fatiche. Basta attingere alle nostre stesse memorie: quante volte noi li abbiamo incontrati, gli alpini, molti certo anche fra i presenti e i nostri occhi hanno veduto ed ammirato quanto le Alpi ad essi ispirano: coraggio, passione, entusiasmo, calma, perseveranza e, spesso, il ricordo materno, il ricordo della chiesetta del villaggio natìo, il ricordo delle preghiere imparate sulle ginocchia della mamma, un sentimento di vero amor di Dio che forma le forti coscienze e le sostiene nelle più difficili prove.”
Si conclude un altro decennio che fu prodromo di un brutto periodo per l’Italia, per l’Europa e il mondo intero: nel 1938 Hitler, il Fuhrer della Germania, aveva invaso l’Austria, nel 1939 annetteva la Cecoslovacchia, invadeva poi la Polonia e scoppiava la seconda guerra mondiale.
TERZO PERIODO 1940 - 1960
Gli ultimi dati del tesseramento sono quelli del 1938: 92.000, e sino al 1947 non si ebbero altri tesseramenti. Nel 1947 gli iscritti furono 13.748.
L’Associazione subì, come una persona fisica, le vicende belliche: si impoveriva perché morivano, nella seconda guerra mondiale, gli alpini che già avevano fatto la prima, morivano i soci ancora intatti di esperienze belliche; nel contempo si arricchiva con tanti alpini alle armi, molti dei quali sarebbero poi affluiti nell’A.N.A.
Nella disumanità della guerra, soltanto l’uomo combattente porta un senso di umanità, con le sue speranze e paure, slanci e desolazioni, impennate e crolli. L’alpino oppose a tutte le sofferenze, alle fatiche, alla disperazione, alla morte, le sue virtù di cittadino: il senso del dovere; la solidarietà; il rispetto dell’onore, proprio quando è più difficile rispettarlo; il gusto di far bene le cose difficili. La storia dei reparti alpini in guerra è storia dell’Associazione, per diritto conquistato sul campo.
Il 25 luglio 1943 il regime fascista si sfascia. Con la liberazione di Roma, l’Associazione riprende l’attività limitata alle province centro-meridionali. Il 13 agosto 1944, assume la carica di Commissario nazionale l’avv. Marcello Soleri, che è anche ministro del Tesoro, segretario è il capitano Giuseppe Giusti di cui resterà la preziosa relazione sull’operato della sede nazionale dal 26 luglio 1943 al 20 ottobre 1946.
L’assemblea nazionale tenutasi a Milano il 20 ottobre 1946, cui era presente anche la sezione di Belluno, approvò il nuovo statuto e nominò l’on. Ivanoe Bonomi a capo il Comitato Centrale provvisorio in attesa dell’assemblea dei delegati che lo confermerà presidente del primo Consiglio Direttivo Nazionale del dopoguerra. Nella stessa seduta il gen. Pietro Zaglio da Belluno venne nominato consigliera nazionale.
Intanto a Belluno la Sezione cominciava a tessere le prime trame per la ripresa di una vita associativa che la guerra aveva travolto e disgregato. Difficile superare le incertezze e i sospetti ma si riuscì a ricucire faticosamente gli strappi della guerra unicamente sotto un simbolo che univa tutti: IL CAPPELLO ALPINO.
Dopo un periodo di commissariamento retto dal maresciallo Giuseppe Rodolfo Mussoi, (promotore di una petizione per la ricostituzione in Belluno del 7° Alpini, facendovi aderire tutti gli Enti di Belluno, Comuni della provincia e della zona pedemontana trevigiana) a fine maggio 1948, presso la sede di via Carrera, l’assemblea generale dei soci elesse il nuovo consiglio e, a presidente onorario, il gen. Pietro Zaglio, a presidente effettivo l’avv. Sen. Agostino D’Incà di cui fu vice Rodolfo Mussoi e, stretti collaboratori, i consiglieri col. Vittorio Lontana e col. Giovanni Luchitta (che nel 1951 verrà eletto presidente e durerà in carica fino al 31 dicembre 1956). I soci erano 1510.
Nel 1951 furono inaugurate le costruzioni del rifugio “7° Reggimento Alpini” e della vicina chiesetta, ai piedi del Monte Schiara. Opere realizzate a tempo di primato, grazie anche al notevole apporto dato dall’8° Alpini e dal Gruppo a.m. Belluno con le salmerie per il trasporto materiali da Case Bortot alla sede della costruzione.
L’11 aprile 1954 fu una giornata memorabile perché “in poche ore fece rivivere un passato lontano e recente, legato alle fasi più salienti della vita militare, vissuta intensamente in pace e in guerra, ricordi che non si cancellano più nel cuore di queste brave e generose genti della montagna”. Così si esprimeva il presidente Giovanni Luchitta riferendosi alla celebrazione della costituzione della nuova Brigata Alpina Cadore e dei suoi Reggimenti 7° Alpini e 6° Artiglieria Montagna.
Il 1° maggio 1957 iniziò il mandato il nuovo presidente dott. Giacomo Pellegrini con il suo vice Giuseppe Rodolfo Mussoi ed il valido segretario Luigi Perissinotto, Gigi Bartesaghi fungeva da segretario addetto al tesseramento.
Gli anni cinquanta si concludono con un diffuso entusiasmo e un certo spirito di autonomia nelle varie zone, come l’Agordino e l’Alpago; or qua or là, pressoché in ogni Comune, nascono nuovi Gruppi o si ricostituiscono quelli che erano già costituiti prima della guerra.
QUARTO PERIODO 1960 - 2000
QUINTO PERIODO 2000-2023
AGLI INIZI DI UN NUOVO SECOLO
2000: nuovo anno, nuovo secolo e nuovo millennio. Riprendiamo, pertanto, il cammino tracciato per la narrazione dei primi ottant’anni. Ancora una volta registriamo un intervento di Protezione civile. Teatro della calamità la regione della Dordogna in Francia dove un violentissimo uragano devastò quel territorio. Il nostro intervento fu richiesto dal Governo francese e da quello italiano. Così fu inviata una squadra di specialisti assieme a quelle di altre Sezioni. Il loro prezioso e instancabile lavoro riscosse l’ammirazione ed il sincero plauso delle autorità locali, fatto che di norma non sembra capitare quasi mai nel nostro Paese…
Sempre nell’anno 2000 ricorreva il centenario del Rifugio Budden sul Col Visentin, inaugurato nel 1900, distrutto nel 1917 dopo la ritirata di Caporetto, risorto alla fine degli Anni Trenta con il nome di Rifugio “5° Reggimento Artiglieria Alpina”, reinaugurato nel 1946, distrutto da un incendio e di nuovo ripristinato nel 1968, infine affidato alla cura e alla gestione della Sezione A.N.A. di Belluno.
Il 2000 fu anche l’anno nel quale si svolse un’imponente manifestazione a Roma che vide la presenza di 4.000 Gruppi A.N.A. contro la minacciata soppressione della leva obbligatoria. Fu tutto inutile, perché in seguito, dal 1° gennaio 2005, sarebbe stato abolito il servizio militare obbligatorio secondo quanto sancito dalla legge n. 226 del 23 agosto 2004 circa la sua sospensione.
L’anno terminò con un nuovo intervento di Protezione Civile attuato su due fronti. Per soccorrere le popolazioni alluvionate di Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta furono impiegati 106 volontari. Ma, contemporaneamente, un numero imprecisato di essi fu impegnato anche per soccorrere le popolazioni bellunesi colpite da frane e smottamenti in Alpago, Agordino e Val di Zoldo.
Il 2001 fu caratterizzato da una massiccia partecipazione all’Adunata nazionale di Genova, ma l’evento più importante dell’anno fu la festa per l’80° di costituzione della Sezione nei giorni 16 e 17 giugno. Nella serata di sabato 16 si tenne l’incontro con le autorità in Municipio, seguito dalla S. Messa in Duomo, officiata da mons. Angelo Secolini. Poi la giornata si concluse al Teatro Comunale con i canti dei cori A.N.A. di Feltre, Minimo Bellunese e Monte Dolada. Il teatro era stracolmo e molti, purtroppo per loro, non poterono entrare. Poi… il via alla serata alpina di festa, con canti e allegria fino alle prime ore del mattino.
Nella splendida mattinata di domenica 17 si svolse la sfilata in piazza dei Martiri alla quale furono presenti il Presidente nazionale Giuseppe Parazzini, il Presidente sezionale in carica Franco Patriarca con i suoi due predecessori Bruno Zanetti e Mario Dell’Eva, i familiari dei vecchi “comandanti” Dazio De Faveri, Giovanni Luchitta e Giuseppe Rodolfo Mussoi. Unico dei vecchi comandanti della Brigata “Cadore” il generale Italico Cauteruccio presente assieme al generale Angelo Baraldo, comandante della “Tridentina”. Ad accompagnare la sfilata si alternarono le fanfare di Borsoi e dell’Alpago, e la voce dello speaker Angelo Tolotti.
La piazza dei Martiri era stata addobbata molto bene dagli alpini del Gruppo di “Belluno Città” e sulla balaustra della Banca d’Italia campeggiava uno striscione significativo “Brigata Alpina Cadore tu sei sempre nel cuore degli alpini”. Significativa la presenza in corteo di due vecchi vessilli degli anni 30/40 con la scritta di allora “Battaglioni o Zona del VII°”, portati dai due reduci Isidoro Bona di Tambre e Alfeo Giolai di Alleghe, in mezzo Luigi Bristot di Polpet reggeva la vecchia bandiera tricolore degli Anni Venti con lo stemma sabaudo: tre ex combattenti dell’ultimo conflitto mondiale, classe 1920. In totale sfilarono undici vessilli di Sezione, 68 gagliardetti di Gruppo, 3.000 penne nere bellunesi ed una nutrita rappresentanza della Protezione Civile sezionale.
L’anno 2002 sarà ricordato per la trasferta più lontana del secondo dopoguerra. Essa fu organizzata anche per via marittima in occasione dell’Adunata nazionale a Catania dove gli Alpini furono accolti con particolare entusiasmo e grande calore umano. A marzo l’assemblea annuale consegnò il testimone di Franco Patriarca ad Arrigo Cadore quale nuovo presidente sezionale. In quello stesso anno si svolse anche la celebrazione dei 130 anni della costituzione del Corpo degli Alpini, istituito nel lontano 1872. A Belluno si tenne al Palasport “De Mas” alla presenza di autorità, penne nere e numeroso pubblico. Oltre ai discorsi ufficiali il “clou” dell’incontro fu una conferenza con immagini che tracciò la storia degli Alpini dal 1872 al 2002, realizzata dal giornalista Dino Bridda con la collaborazione di Ferdinando Colombari e la consulenza tecnico-militare di Egisto Grifoni e Gianrodolfo Rotasso.
Nel 2003 la Sezione deliberò di dotarsi di un organo ufficiale, così nacque il trimestrale “In marcia”, con il sottotitolo “Nel segno della tradizione”, fondato e diretto dal giornalista Dino Bridda. Più volte in seguito lo stesso direttore sarebbe stato chiamato a svolgere una relazione su temi diversi riguardanti la stampa alpina in occasione dell’annuale Convegno itinerante. Il n. 1 di marzo di “In marcia” riportò, fra l’altro, ampia cronaca dell’assemblea annuale, l’annuncio ufficiale del trasferimento del Museo del 7° dalla “Salsa” a Villa Patt di Sedico, notizie dai Gruppi e lusinghiere note sui successi della squadra sportiva al campionato italiano A.N.A. di sci nordico.
Sempre nel 2003 all’Adunata nazionale di Aosta suscitò calorosi applausi lo striscione con la scritta «Longarone 1963-2003. Solidarietà Alpina: sempre!». Una delle più belle notizie dell’anno fu l’assegnazione del premio “Fedeltà alla Montagna” alla Cooperativa “Monte Cavallo” che fu consegnato a settembre con una grande manifestazione a Tambre. In ottobre si registrò un grave lutto con la perdita dell’instancabile Mario Dell’Eva, “anima” storica e voce autorevole della Sezione per parecchi decenni, nonché Premio “S. Martino” nel 2001. In autunno annuale pellegrinaggio, iniziato nel 1999, al cimitero di Milovice nella Repubblica Ceca. La trasferta sarebbe sempre più diventata un appuntamento fisso di ogni autunno con le Sezioni di Belluno e Conegliano quali organizzatrici e la cortese disponibilità del personale dell’Ambasciata italiana a Praga. Sempre toccante la cerimonia al cimitero dove riposano i resti di oltre 5.000 soldati italiani.
Nel 2004 significativa Adunata nazionale a Trieste nel 50° anniversario del ritorno della città giuliana all’Italia. Il 6 giugno andò in scena il secondo raduno di “Quelli” della Brigata “Cadore” con un’intensa tre giorni di manifestazioni. Continuava, intanto, sulle pagine di “In marcia”, il dibattito sul futuro delle Forze Armate e dell’A.N.A. Il 30 novembre la bandiera di guerra del 16° Reggimento “Belluno” prendeva l’ultima strada per il Vittoriano a Roma.
LEVA SOSPESA, MANCA LA LINFA
Il 2005 fu l’anno della sospensione ufficiale della leva obbligatoria: notizia accolta con grande amarezza anche dalle penne nere bellunesi e mitigata in parte con il ritorno del 7° Reggimento alla caserma “Salsa” a Belluno. Si sarebbe inaridita così la linfa vitale di nuovi soci per l’A.N.A. e sarebbe nel contempo iniziato un difficile cammino per delineare il futuro associativo.
Arrigo Cadore fu confermato alla presidenza con Giorgio Cassiadoro vicario e vice Angelo Dal Borgo, Luigino Da Roit e Renato Menel. Cadore guidò la folta delegazione bellunese all’Adunata di Parma dove i nostri striscioni recitavano «Gli Alpini hanno un passato che ha un grande futuro» e «La nostra Penna Nera scrive parole di pace». La Protezione Civile sezionale continuava la sua preziosa opera con la presenza a Roma ai funerali di Giovanni Paolo II per servizio d’ordine. Il sito Internet della Sezione aumentava nel frattempo i suoi visitatori grazie all’impegno del webmaster Tiziano Costa e dei collaboratori Cesare Poncato, Ilario Tancon e Renato Ranon.
Il 2006 fece titolare al giornale sezionale: «Le Penne Nere d’Olimpia». Infatti per l’Olimpiade invernale di Torino furono impiegati 420 tedofori alpini in strada, compresi gli atleti paralimpici Oscar De Pellegrin e Daniele De Michiel. Grande folla per la manifestazione serale a Belluno. Il giornale di giugno, invece, titolò «Asiago 2006. Adunata bagnata, adunata (s)fortunata»: evento da non ripetere! Nel contempo continuava il dibattito su una possibile Adunata nazionale a Belluno, non senza notevoli perplessità. Momento significativo dell’anno fu la concessione della cittadinanza onoraria di Longarone al 7° Reggimento Alpini. Momento triste, invece, l’ultimo saluto al comm. Bruno Zanetti, indimenticato presidente della Sezione e per molti anni sua autentica “colonna”.
Il 2007 fu l’anno dell’80a Adunata nazionale svoltasi nella bella e accogliente sede di Cuneo, città di grandi tradizioni alpine. Fu anche l’anno in cui il Presidente della Provincia Sergio Reolon inaugurò il rinnovato Museo del 7° a Villa Patt di Sedico. Concomitante fu la celebrazione dei 120 anni dello stesso Reggimento, costituito nel 1887 a Conegliano. Belle notizie anche da Petrosani (Romania) dove i nostri volontari continuavano l’opera per la casa alloggio per bambini abbandonati in collaborazione con il Comitato “Pollicino”.
L’Assemblea del marzo 2008 vide la riconferma alla presidenza di Arrigo Cadore con Angelo Dal Borgo (vicario), Giorgio Cassiadoro, Luigino Da Roit, Fortunato Panciera vice presidenti e segretario Renato Bogo. Dopo soli due anni dalla sfortunata esperienza di Asiago l’Adunata nazionale ritornò nel Veneto per le vie di Bassano del Grappa, città alpina per eccellenza. Fu tempo anche di strumentali polemiche sulla “Preghiera dell’Alpino”, mai sopite, mentre il Presidente nazionale Corrado Perona apriva autorevolmente il dibattito sul futuro associativo con un poderoso intervento indirizzato a Sezioni, Gruppi e singoli soci. A 90 anni dalla fine della Grande Guerra una delegazione della Sezione prese parte a commemorazioni in Arabba e sul Passo Falzarego assieme agli alpini in armi. Ottimo il bilancio dell’”Operazione Piave 2008” della Protezione Civile.
Il 2009 fu l’anno del 3° Raduno di “Quelli” della Brigata “Cadore”, previo grande lavoro di sanificazione all’interno della caserma “Fantuzzi” da parte dei volontari della Sezione. Con l’occasione la città di Belluno concesse la cittadinanza onoraria all’Associazione Nazionale Alpini. Nell’anno del 90° dell’A.N.A. molte penne nere furono chiamate a soccorrere le popolazioni vittime del disastroso terremoto dell’Aquila. L’Adunata nazionale fu celebrata a Latina, il cui territorio è cosparso di discendenti di veneti, in particolare anche di bellunesi, immigrati nell’Agro Pontino per le bonifiche degli Anni Trenta. Puntuale infatti lo striscione: «Da Belluno a Latina. Memorie comuni di genti generose». Al Sacrario del Col Visentin furono apposte le targhe recanti i testi ufficiali della “Preghiera dell’Alpino” e della “Preghiera dell’Artigliere”.
Nella ricostruita Fossa, vicino all’Aquila, anche volontari bellunesi e il presidente della Provincia Gianpaolo Bottacin presero parte alla cerimonia per la consegna dei moduli abitativi promessi e realizzati dall’A.N.A. In ottobre tutti gli Alpini d’Italia emozionati per la beatificazione di don Carlo Gnocchi, cappellano delle penne nere in Russia. A Belluno l’evento fu celebrato con l’intensa serata “Cristo con gli alpini” affidata alle voci di Dino Bridda, Loris Santomaso e del coro “Monte Dolada”. Infine, bilancio positivo, anche tra alcuni giovani bellunesi, dell’operazione “Mini naja”, ma essa, pur ripetuta alcune volte in seguito, si sarebbe esaurita per… mancanza di finanziamento!
VERSO LA NUOVA SEDE
A maggio 2010 tutti a Bergamo, la “Città dei Mille”, per un’imponente Adunata nazionale con la nuova maglietta bianca e gli striscioni «Valore Alpino, esempio per i giovani» e «La forza del nostro passato speranza per il futuro». Intanto a Belluno il traguardo per una nuova sede sezionale si avvicinava sempre di più. A settembre bella trasferta a Bassano del Grappa per il Raduno Triveneto con un arrivederci al 2011 per analoga manifestazione a Belluno.
2011: anno ricco di importanti appuntamenti. Arrigo Cadore mise lo zaino in spalla per la quarta volta con Angelo Dal Borgo vicario; Giorgio Cassiadoro, Luigino Da Roit e Fortunato Panciera vice presidenti e Giuliano Pastori segretario. Soddisfazione per la concessione della cittadinanza onoraria di Belluno al 7° Reggimento Alpini. Grande Raduno Triveneto a giugno per celebrare anche i 90 anni della Sezione che vennero ripercorsi in sintesi sulle pagine del trimestrale sezionale. Emozionantissima l’Adunata nazionale a Torino per i 150 anni dell’Unità d’Italia con un fiume di penne nere bellunesi in riva al Po. Ennesima trasferta per i volontari della Protezione Civile: toccò alla Liguria colpita da nubifragi, smottamenti, alluvioni e devastazioni. Celebrati i 60 anni del Rifugio 7° Alpini al Pis Pilon alla cui costruzione contribuirono anche penne nere in armi nel 1951. Commosso addio di tanti alpini e artiglieri da montagna alla vecchia mula “Fina”: se ne andava un pezzo di una lunga e vecchia storia tra penne nere e i fedeli animali, compagni di tante avventure in pace e in guerra. Era stata acquistata dal Capogruppo di Ponte nelle Alpi/Soverzene Luigi Bristot, supportato da Benvenuto Prest, e partecipò, con il gruppo salmerie di Vittorio Veneto, a numerose manifestazioni rimanendo a carico del Gruppo stesso fino al naturale decesso.
L’anno 2012 vide attuarsi una decisione dapprima ritenuta rischiosa, ma, alla resa dei conti, rivelatasi poi meno preoccupante di quanto si fosse previsto alla vigilia. Bolzano accolse l’85a Adunata nazionale con particolare calore ed il bilancio della manifestazione fu senza dubbio positivo. Nell’Assemblea annuale furono in primo piano le questioni della sede sezionale e delle aperture del Museo del 7° ancora tutte e due da risolvere. “Clou” dell’annata fu la disputa delle prime Alpiniadi invernali che l’A.N.A. assegnò alla Sezione di Belluno e che si svolsero in valle del Biois con riconosciuto successo organizzativo. Nuova trasferta dei volontari di Protezione Civile per soccorrere le popolazioni dell’Emilia colpite dal terremoto e fu aperta anche una sottoscrizione fondi. Alle Paralimpiadi di Londra alfiere della bandiera italiana fu il socio del Gruppo Cavarzano Oltrardo Oscar De Pellegrin che portò a casa anche una brillante medaglia d’oro. Emozionante la chiusura d’anno: fu inaugurata la nuova sede di via Tissi 10 e Arrigo Cadore compì tra gli applausi un commovente “pas d’adieu”: così, per lui, la missione era davvero meritevolmente compiuta!
L’assemblea annuale del 2013 investì della presidenza Angelo Dal Borgo nel segno della continuità con Giorgio Cassiadoro vicario, Luigino Da Roit e Fortunato Panciera vice presidenti. Fresco di nomina Dal Borgo guidò la folta delegazione bellunese all’86a Adunata nazionale a Piacenza, dove un entusiasmante concerto della fanfara dei congedati della “Cadore” accompagnò una serata per il 50° anniversario del Vajont, tragedia rievocata con parole e toccanti immagini da Dino Bridda, direttore di “In marcia”, alla presenza di una delegazione di longaronesi con in testa il sindaco Roberto Padrin. Teatro gremitissimo, molta emozione e tanti struggenti ricordi dell’ottobre 1963.
In settembre Belluno accolse i partecipanti al 4° Raduno di “Quelli” della “Cadore”. In programma, fra l’altro, al Teatro Comunale, “Alpino una volta, alpino sempre”, uno spettacolo liberamente ideato e realizzato dagli alunni della classe 4a a. s. 2011-12 della scuola primaria “Gregorio XVI” di Bolzano Bellunese, in occasione del 70° anniversario della ritirata di Russia, con la partecipazione del Coro Minimo Bellunese e la regìa di Cinzia Cassiadoro.
Sempre in quell’anno Oscar De Pellegrin ricevette il premio “Penna Alpina per la nostra Montagna” della Sezione A.N.A. di Feltre, mentre l’Associazione “Amici del Nevegàl” assegnò alla Sezione il suo premio annuale. Infine, emozionante pellegrinaggio a Rossosch per i 20 anni del locale asilo costruito dalle penne nere e i 70 anni della tragica ritirata dal Don in Russia.
L’assemblea annuale del 2014 riconfermò presidente Angelo Dal Borgo con Lino De Pra vicario, Renato De Toni e Renzo Grigoletto vice presidenti. In quell’occasione si levò un grido di protesta per lo stato di degrado nel quale versavano alcune caserme vuote del territorio provinciale. All’87a Adunata nazionale di Pordenone grande bagno di folla e di… pioggia per un violento temporale che “accompagnò” la sfilata degli Alpini bellunesi. A luglio fu inaugurata anche la palazzina della sede che ospita una sala convegni con impianto audio-video e la Protezione Civile sezionale.
UN QUINQUENNIO INTENSO
Nel 2015 cominciarono le iniziative nel ricordo del Centenario della Grande Guerra. All’Assemblea annuale di marzo grandi elogi da parte delle istituzioni a favore degli Alpini, ma di contro qualche polemica sull’affitto ritenuto troppo oneroso per la nuova sede. L’Assemblea dei delegati a Milano eleggeva consigliere nazionale Michele Dal Paos di Puos d’Alpago. L’88a Adunata nazionale riunì in un grande abbraccio tutte le penne nere d’Italia e la popolazione dell’Aquila ancora martoriata dai segni del terremoto del 2009. Incisivi gli striscioni da Belluno: «L’Aquila torna a volare se tutti fanno il loro dovere» e «Il senso del dovere ricostruisce uomini e città». A giugno sul Col Visentin l’annuale raduno sezionale continuava a riproporsi chiamando a raccolta gli Alpini bellunesi, presenti sotto la pioggia anche al Raduno Triveneto di Conegliano. In chiusura d’anno mura imbrattate nella nostra sede in via Tissi e mesto addio alla penna nera Franco Fiabane, grande scultore e autore delle statue collocate sul Ponte degli Alpini. Infine la città di Longarone concesse la cittadinanza onoraria all’Associazione Nazionale Alpini anche in ricordo dell’aiuto avuto dalle penne nere in occasione del disastro del Vajont del 1963. Presenti il presidente Sebastiano Favero ed alcuni consiglieri nazionali di scorta al labaro.
2016: attenzione puntata su vari aspetti della solidarietà all’Assemblea annuale di marzo. Belluno ospitò l’annuale Convegno itinerante della stampa alpina che fu incentrato sul rapporto tra l’A.N.A. ed il mondo dei giovani italiani. Positiva trasferta ad Asti per l’89a Adunata nazionale con gli striscioni «L’Alpino è sempre giovane se la memoria vive ancora» e «Il ricordo dei vèci sostiene il passo dei giovani». Positivamente passati in archivio la consueta festa sezionale al Col Visentin e il Raduno Triveneto a Gorizia.
Momento “clou” dell’anno i festeggiamenti in Val Pettorina per l’assegnazione del 36° Premio “Fedeltà alla Montagna” all’alpino Dario Dorigo di Laste di Rocca Pietore che “conquistò” anche la copertina del giornale “L’Alpino”: la Sezione vanta così il primato nazionale del Premio con la vittoria in quattro edizioni (1981-1992-2003-2016). Volontari della Protezione Civile a Bolognola sui Monte Sibillini (MC) per la consegna di tre roulottes a terremotati del luogo devastato in estate.
Il 2017 si aprì con un’altra riconferma alla presidenza di Angelo Dal Borgo per un nuovo triennio con Lino De Pra vicario, Giuliano Moretti, Renzo Grigoletto e Costante Ganz vice presidenti. Quell’anno vide lo svolgersi della 90a Adunata nazionale con un’imponente sfilata per le vie di Treviso dove le penne nere bellunesi marciarono con gli striscioni «Il Piave mormora e noi lavoriamo in silenzio» e «I nostri nonni sul Piave. Noi dove l’Italia chiama». Ad aprile nella sede sezionale conferenza di Cesare Poncato sulla costruzione del ponte di Livenka, già Nikolajewka, a cura dell’A.N.A. nel 75° dei tragici fatti della campagna di Russia 1942-43. A giugno andò in scena anche la 5a edizione del Raduno di “Quelli” della “Cadore”, sempre con grande successo: momento centrale fu la proiezione del docufilm “Mani straniere sulla città di Belluno” che rievocava l’occupazione austro-tedesca nel cosiddetto “an de la fan” del 1917-18: soggetto e sceneggiatura di Cinzia Cassiadoro e Daniela Emmi, regìa di Giorgio Cassiadoro, consulenza storica di Dino Bridda. Per il Raduno Triveneto trasferta a Chiampo, mentre a Belluno si ricordarono anche i 130 anni della costituzione del 7° Reggimento Alpini e il centenario della scomparsa dell’aviatore Arturo Dell’Oro sui cieli di Belluno durante la Grande Guerra.
Il 2018 si aprì con un’Assemblea ancora una volta all’insegna del tema della solidarietà. Con l’occasione fu ufficializzata l’entrata nel mondo dei cori dell’A.N.A. del Coro “Adunata” diretto da Bruno Cargnel e presieduto dal col. Antonio Zanetti.
La 91a edizione dell’Adunata nazionale coincise con la chiusura delle manifestazioni per i 100 anni della Grande Guerra. Un buon numero di penne nere bellunesi “invase” Trento con gli striscioni «Impossibile un’Italia senza Alpini» e «Impossibile non provarci: siamo Alpini». Significativo il consueto raduno sul Col di Lana tra italiani, austriaci ed eugubini dopo cento anni dai fatti della prima guerra mondiale: è una manifestazione che si ripete ormai da parecchi anni ed è sempre molto partecipata in un clima di autentica fratellanza europea. In chiusura d’anno la grande tragedia della Tempesta Vaia vide penne nere e volontari della Protezione Civile della Sezione ammirevolmente in prima linea per parecchi giorni nelle fasi cruciali di un’emergenza senza precedenti che colpì le vallate bellunesi creando ingenti danni e molteplici disagi per lungo tempo.
2019: davanti al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in visita a Belluno e a Longarone, al Teatro Comunale il coordinatore della Protezione civile sezionale Ivo Gasperin ebbe l’onore di parlare a nome di tutti i volontari nel ricordo di quanto fatto nei tragici giorni della Tempesta Vaia. Quell’anno vide anche il grande appuntamento della 92 a Adunata nazionale a Milano, là dove nel 1919 nacque l’A.N.A. I bellunesi ressero lo striscione: «Cent’anni di impegno solidale», frase emblematica che risuonò anche al Raduno Triveneto di Tolmezzo. In occasione del 55° di fondazione del Gruppo A.N.A. di Salce il suo periodico “Col Maór”, fondato da Mario Dell’Eva, ottenne il secondo posto al Premio della Stampa Alpina 2019. In una lettera l’A.N.A. chiese ufficialmente al Presidente della Repubblica che il 4 novembre ritorni vera festa nazionale.
LA PANDEMIA. MA POI SI RIPARTE
Con l’inizio del 2020 tutto era pronto per programmare un triennio di importanti avvenimenti per la Sezione: il suo Centenario, un nuovo Raduno Triveneto, un altro Raduno di “Quelli” della Brigata “Cadore” e la partecipazione alla 93a Adunata nazionale nell’inusitata sede di Rimini-S. Marino.
Purtroppo tutto subì una brutta e drastica battuta d’arresto a causa della pandemia. Era il febbraio del 2020 e non ci volle molto per capire che nel successivo maggio non avremmo potuto ritrovarci tutti a Rimini, così la grande manifestazione alpina di quell’anno fu rinviata all’anno seguente.
Nella primavera 2020, comunque, incombeva anche la necessità di rinnovare gli organi sociali arrivati a scadenza e così fu, anche se ci ritrovammo con qualche settimana di ritardo sulla normale convocazione della prima domenica di marzo. Inusitata fu anche la sede, ovvero il Palasport “De Mas” di Belluno che ci consentì di svolgere i lavori assembleari rispettando i distanziamenti e le norme vigenti in materia di contenimento del Covid-19. Fu un’assemblea emozionante, culminata con i festeggiamenti ad Angelo Dal Borgo che lasciava così il testimone a Lino De Pra con Ezio Caldart vicario, Giuliano Moretti, Mario Dall’Anese e Siro De Biasio vice presidenti.
Incombeva ormai anche la scadenza del Centenario. Il calendario delle celebrazioni ebbe un prologo il 18 ottobre con una significativa e partecipata manifestazione al Sacrario di Pian di Salesei in ricordo dei caduti di tutte le guerre. L’anno fu poi concluso con la S. Messa di Natale nella Basilica di S. Martino a Belluno, officiata dal vescovo mons. Renato Marangoni e destinata a diventare un appuntamento annuale nella vita della Sezione.
In apertura dell’anno 2021 i volontari della Sezione risposero all’appello delle istituzioni per essere impiegati nei servizi di supporto all’organizzazione dei Campionati mondiali di sci alpino a Cortina d’Ampezzo assieme a colleghi di altre Sezioni. Su un totale di 228 volontari presenti in quelle giornate (7-21 febbraio) quelli della Sezione di Belluno furono 182 che prestarono la loro opera per 930 giornate sulle complessive 1.162 così suddivisi: 159 nel servizio park (704 giornate), 21 nel servizio cucina (211 giornate), 2 nel servizio droni (15 giornate).
2021, l’anno del Centenario. Il 30 maggio al Palasport “De Mas”, nel pieno rispetto delle norme per il contenimento del Covid-19, si svolse l’assemblea annuale. Poche ma essenziali le cerimonie programmate per la Due Giorni del Centenario della Sezione (5/6 giugno). Tra queste ultime spiccarono “I percorsi ciclabili del Ricordo”, una ciclopedonata in mountain bike non competitiva per atleti A.N.A. per il collegamento ideale dei monumenti ai Caduti posti a Limana, Castion, Quantin e Vittorio Veneto. Obiettivo finale: portare gli atleti lungo i quattro itinerari sino al punto focale del Sacrario del Col Visentin dove riposano i resti dei caduti del 5° Artiglieria Alpina e del Gruppo “Val Piave” del 3° Artiglieria Alpina. Altra iniziativa: lo scoprimento di una targa-ricordo nel luogo che, a partire dal 19 giugno 1921, ospitò la prima sede della Sezione al civico n. 10 di via Carrera in Belluno.
Infine, sempre in tema di Adunata nazionale, se grande era stato il rammarico di tutte le penne nere quando fu di nuovo rinviata da maggio all’autunno 2021, sempre nel maggio dello stesso anno, perdurando una preoccupante emergenza sanitaria, non si poté fare altro che ricollocare l’Adunata di Rimini al maggio 2022. Parallelamente fu rinviato anche il Raduno Triveneto a Belluno al 2023.
2022: il 24 gennaio a Longarone il presidente nazionale Sebastiano Favero incontrò le delegazioni delle Sezioni di Belluno e Cadore sul tema del futuro associativo. Incisiva la relazione di Stefano Fregona a nome delle due Sezioni. Il tema rimase scottante e di difficile soluzione e continuerà ad essere all’ordine del giorno della vita dell’A.N.A. Il 29 gennaio emozionante cerimonia all’Ossario di Mussoi nel 79° della battaglia di Nikolajewka: l’evento diventò poi ricorrenza annuale.
L’assemblea del 6 marzo risentì degli echi positivi del Centenario e fece sentire a tutti la voglia di ripartire per saltare gli ostacoli frapposti dalla pandemia alla normale attività associativa. Volontari della Sezione parteciparono a varie operazioni per l’invio di aiuti all’Ucraina invasa dalla Russia. Nel Convegno itinerante di Limone del Garda il tema dibattuto fu quello del rapporto tra stampa alpina e stampa generalista. Con l’occasione al Gruppo di Salce fu consegnato il preannunciato secondo premio del concorso della stampa alpina per l’attività del periodico “Col Maor”.
Sul versante sportivo quarto posto della Sezione al Campionato di slalm gigante all’Aprica mentre il biker Ivo Savi conquistò il bronzo ai Master svoltisi in Patagonia.
In quell’anno riprese il ritmo regolare delle Adunate nazionali, sospeso causa pandemia negli anni 2020 e 2021, e l’evento si svolse a Rimini-S. Marino con buona partecipazione anche delle penne nere bellunesi, ma il giudizio conclusivo fu carico di parecchie perplessità: in riva all’Adriatico si respirò poca alpinità…
Evento clou dell’annata fu il sesto Raduno di coloro i quali prestarono servizio militare nella Brigata Alpina Cadore. Ricco come sempre il programma della tre giorni di giugno con concerti corali, un convegno sull’agricoltura di montagna, esibizioni della Fanfara congedati della “Cadore”, il tutto concluso con l’imponente sfilata per le vie cittadine di Belluno sotto un sole cocente.
Al termine del Raduno Triveneto la Sezione di Asiago passò la “stecca” a quella di Belluno che già stava lavorando per il grande avvenimento del 2023.
Significativa la trasferta di una delegazione sezionale a Monaco di Baviera dove fu apposta una targa ricordo dei soldati bellunesi colà sepolti nel cimitero militare italiano d’onore.
In autunno furono onorati gli appuntamenti annuali del pellegrinaggio a Milovice, dell’anniversario della tragedia del Vajont e della cerimonia al Sacrario di Pian di Salesei, mentre il giornale sezionale pubblicò una corposa relazione di Ivo Gasperin sui numerosi interventi del Nucleo di Protezione Civile. Note positive, infine, in campo sportivo con buoni risultati alle Alpiniadi estive, alla 24 ore di S. Martino e nel Tiro a segno.
LA STORIA E’ ANCORA CRONACA
Siamo così giunti al 2023, anno che rimarrà nella storia di questa Sezione come uno dei più impegnativi, ma anche dei più degni di essere ricordati grazie al grande successo del Raduno Triveneto. Già l’assemblea di marzo faceva presagire un grande avvenimento affidato alla cabina di regia di un efficiente Comitato organizzatore, coordinato da Stefano Fregona, e del rinnovato Consiglio direttivo con Lino De Pra, rieletto presidente; Ezio Caldart vicario, Mario Dall’Anese, Umberto Soccal e Giovanni Da Pra vice presidenti; Giuliano Pastori alla segreteria generale; Nadia Bortot a quella della Protezione Civile coordinata da Ivo Gasperin; Giuseppe Colferai segretario del Consiglio direttivo, Eraldo Carrera cassiere con Michele Dal Paos tesoriere; Giovanni Dalla Rossa addetto al tesseramento; Pier Emilio Parissenti e Angelo Magro responsabili delle squadre agonistiche; Franco Licini referente del Centro Studi; Dino Bridda e Tiziano Costa responsabili stampa e sito internet.
Note positive arrivarono anche dagli esiti dei Campi Scuola che fecero bene sperare per un loro proficuo proseguimento nel nostro tentativo di dare risposte concrete alla voglia dei giovani di impegno, disciplina, solidarietà ed amicizia.
Il Raduno Triveneto a Belluno fu preceduto dall’imponente 94a Adunata nazionale a Udine sul tema “Alpini, la più bella famiglia”. Poi a metà giugno andò in scena a Belluno un “Triveneto” tutto da incorniciare e ricco di emozioni con parecchie manifestazioni collaterali: performance teatrale di Sandro Buzzatti ne “Il Corpo e l’Anima”, concerti di cori in città e nelle periferie, esibizioni entusiasmanti della Fanfara dei congedati della “Cadore” e di altri complessi strumentali anche nei Comuni limitrofi, una mostra per il 60° del Vajont a Palazzo Bembo, una S. Messa al Santuario del Nevegàl. Infine la sfilata della domenica dai numeri importanti e benedetta dal buon tempo atmosferico. Ottimo il bilancio organizzativo e morale e penne nere bellunesi più che soddisfatte!
Purtroppo qualche settimana dopo la nostra Sezione pianse la scomparsa del presidente emerito Arrigo Cadore: fu una triste notizia che segnò in negativo un’annata ricca di positività. Le “sue” penne nere lo ricordarono in una S. Messa nella chiesa di Sospirolo, ma la memoria della sua intensa e lunga attività a favore della Sezione rimarrà per sempre in tutti i soci.
Il 16 luglio protagonisti di uno degli eventi del 60° del Vajont furono gli artiglieri da montagna che celebrarono un riuscito Raduno a Longarone per iniziativa delle Sezioni Artiglieri della provincia di Belluno con la collaborazione del Comune di Longarone e della Fondazione Vajont.
Protezione civile sempre all’opera con un puntuale intervento tra acqua e fango in Emilia Romagna con i nostri volontari infaticabili in prima linea. Assai apprezzabile e degno di plauso l’elenco delle attività svolte nel corso di un’annata molto impegnativa.
Non meno onorevole fu la presenza delle penne nere bellunesi sul versante sportivo. Vittoria nel Trofeo per Sezioni al Campionato di slalom gigante allo Zoncolan (Udine) con buoni piazzamenti individuali. Belluno terza nella 24 ore di S. Martino, ai piedi del podio al Campionato di sci di fondo a Bagni di Vinadio (Cuneo) e nono posto a quello di sci alpinismo di Prali (Torino). Ottimi piazzamenti anche del Nucleo Cinofilo nei campionati nazionali dell’A.N.A. Ancora una volta a fare la differenza sono i numeri: con qualche atleta in più la Sezione di Belluno potrebbe installarsi più spesso nei piani alti del podio e le Alpiniadi invernali del 2024 erano già alle porte…
Dino Bridda ha contribuito fattivamente a ricostruire gli eventi di questo quinto periodo: a lui un sentito ringraziamento!