I Presidenti

I NOSTRI PRESIDENTI DAL 1921 AD OGGI
Lino De Prà
LINO DE PRA’

Nato a Belluno il 26 dicembre 1952.

Presidente dal 20 giugno 2020 ad oggi.

Lino De Prà, funzionario di istituto di credito. Sotto la sua guida si sono svolti gli eventi legati alla celebrazione del Centenario (1921-2021), iniziati con la significativa giornata al sacrario di Pian di Salesei (18 ottobre 2020), proseguiti con la messa di Natale del 19 dicembre 2020 nella Basilica di S. Martino in Belluno e la Due Giorni del Centenario del 5 e 6 giugno 2021. Le iniziative a Pian di Salesei e della Messa di Natale si affiancano al Raduno sul Col Visentin e tutte e tre sono entrate stabilmente nel calendario annuale delle manifestazioni della Sezione.

Sotto la presidenza di Lino De Pra si è svolta la 6a edizione del Raduno dei congedati della Brigata Alpina “Cadore” (2022) e del Raduno delle Sezioni del 3° Raggruppamento A.N.A. Triveneto (2023).

Angelo Dal Borgo
ANGELO DAL BORGO

Nato a Palughetto di Chies d’Alpago (BL) il 16. dicembre 1939.

Angelo Dal Borgo, facente funzione di presidente dal 2 dicembre 2012 al 3 marzo 2013 e Presidente dal 3 marzo 2013 al 19 giugno 2020.

Già rappresentante di commercio. A capo dell’organizzazione del Convegno itinerante della stampa alpina e del 36° Premio “Fedeltà alla Montagna”, entrambi nel 2016, dei raduni della “Cadore” nel 2013 e nel 2017 e del Campionato A.N.A. di slalom gigante ad Alleghe del 2019.

Assiduo sostenitore e diretto partecipante all’annuale pellegrinaggio al cimitero di Milovice (Praga). 

Arrogo Cadore
ARRIGO CADORE

Nato a Sospirolo il 24 ottobre 1938 e morto il 4 luglio 2023.

Presidente dal 3 marzo 2002 al 1 dicembre 2012.

Comm. Arrigo Cadore, funzionario di istituto di credito. Capogruppo del Gruppo alpini di Sospirolo (dal 1966 al 1987), con la ricostituzione e insignito di cav. all’O.M.R.I. per benemerenze alpine. “Per saper comandare bisogna imparare a ubbidire». Arrigo Cadore lo ha imparato da ufficiale del Battaglione Belluno della Cadore. Diciotto mesi di naja tra il 1960 ed il 1961.

Durante la sua presidenza ottenne l’organizzazione a Belluno del Raduno delle Sezioni del 3° Raggruppamento A.N.A. Triveneto nel 2011, fu a capo dei raduni della “Cadore” nel 2004 e nel 2009. Realizzò le prime Alpiniadi invernali in Valle del Biois nel 2012 e fece ristrutturare ed allestire l’attuale sede di via Tissi 10.

Franco Patriarca
FRANCO PATRIARCA

Nato a Sedico (BL) il 9 marzo 1942.

Presidente dal 2 marzo 1999 al 2 marzo 2002.

Franco Patriarca, impiegato bancario. Nel suo triennio di presidenza ha portato la Sezione ad organizzare con successo il primo raduno della Brigata Alpina “Cadore” con intensa partecipazione di coloro i quali avevano prestato servizio militare nei reparti della Brigata. Iniziativa, che ha posto giusto ricordo a Mario Dell’Eva che aveva preannunciato l’evento.

Grande appassionato di sport, ha seguito per tanti anni gli atleti della sezione ed organizzato le manifestazioni sportive con l’aiuto dell’amico Luigino Da Roit.

Mario Dell'Eva
MARIO DELL’EVA

Nato il 28 gennaio 1923 a Belluno e morto il 10 ottobre 2003 a Belluno,.

Presidente dal 4 marzo 1996 al 1° marzo 1999.

M.tro Mario Dell’Eva, maestro elementare, giornalista pubblicista e scrittore, già solerte e apprezzato segretario della Sezione, si dedicò continuamente ad un certosino lavoro di ricerca storica che lo portò a pubblicare il volume contenente la storia dei primi 70 anni di attività della Sezione, nonché parecchi altri libri dedicati alle vicende degli Alpini, al 7° Reggimento, alle battaglie sulle Dolomiti, al “VISENTIN cent’anni di un rifugio 1900 – 2000”, fondatore e curatore del “Col Maor”: periodico bimestrale dal 1964 del Gruppo alpini di Salce e poi della Sezione di Belluno.

Là dove era nata nel 1954, il 10 gennaio 1997, in piazza dei Martiri, la Città di Belluno e migliaia di penne nere danno l’addio alla “loro” brigata alpina “Cadore”.

Subito dopo, una manifestazione importante fu l’organizzazione dell’esercitazione di protezione civile  denominata “Piave 97”. Basti citare soltanto alcuni numeri per apprezzarne l’impegno della sezione: Sezioni partecipanti n. 22; volontari n. 1.231, oltre a quelli della C.R.I., del Radio Club Belluno e altri, per un totale di n. 1.427; per l’evento sono stati serviti, durante i due giorni, colazioni n. 1.800 e pasti n. 4.355. Automezzi utilizzati n. 150, su n. 30 cantieri di lavoro in n. 8 comuni della Valbelluna. Ore di lavoro n. 14.270, legna tagliata n. 2.500 ql..

Purtroppo il 1997 segna anche l’inizio del decremento dei soci: segno ineluttabile dello scioglimento della brigata Cadore.     

Bruno Zanetti
BRUNO ZANETTI

Nato a Feltre il 14 maggio 1921 e  morto a Belluno il 6 settembre 2006.

Facente funzione di presidente dal 19 dicembre 1987 al 5 marzo 1988 e Presidente dal 6 marzo 1988 al 3 marzo 1996.

Rag. Bruno Zanetti, è stato anche Consigliere nazionale.

(Tratto da “Il Gazzettino” Belluno, giovedì 07 settembre 2006 – Mirko Mezzacasa:

“Commendatore e cavaliere della Repubblica “è andato avanti…” lasciando un grande vuoto nella sua Agordo, nell’azienda di famiglia, nei tanti alpini. Se n’è andato ieri, in silenzio, senza clamori, dopo un ricovero per accertamenti all’ospedale di Belluno, com’era nel suo stile.

Bruno Zanetti era soprattutto un alpino. Amava parlare con la gente dei tempi della guerra, quando era tenente, ma anche della Brigata alpina Cadore. … Fu presidente dell’A.N.A. di Belluno, nonché consigliere nazionale (1978 / 1984), in un periodo particolare, quando il ministero della Difesa iniziò a smantellare la Brigata chiudendo le caserme, compresa quella di Agordo. La sua dichiarazione, in tempi non sospetti, rilasciata alla stampa locale, rimarrà nella storia: «Inutile gridare al lupo al lupo quando sarà troppo tardi. Qui la Brigata alpina Cadore e le sue caserme rimarranno solo un ricordo». Aveva anticipato di qualche anno gli eventi.

Capitava spesso di sentire dal Commendator Zanetti questa frase: “Ho servito il Signore, la Patria, la famiglia”. In questi tre concetti è racchiusa tutta la vita di un personaggio che ad Agordo mancherà.

Non a caso fu presidente dell’allora pro loco e assessore al Comune di Agordo tra il 1958 e il 1964. In molti continueranno a ricordarlo anche per il suo passato sportivo, quando militava nel Belluno Calcio di serie C.”

Giuseppe Rodolfo Mussoi
GIUSEPPE RODOLFO MUSSOI

Nato il 3 marzo 1905 a Belluno e morto il 15 dicembre 1987 a Belluno.

Presidente eletto dal consiglio direttivo dal 19 marzo 1966 al 15 dicembre 1987. 

Cav. Giuseppe Rodolfo Mussoi, cavaliere all’O.M.R.I e sottufficiale dell’Artiglieria da montagna, fu il più longevo presidente, poiché rimase in carica per oltre 21 anni, dopo essere stato in precedenza vice presidente per oltre 18 anni. Fu anche Consigliere Nazionale per sei anni.

Aveva una forza di volontà eccezionale, una onestà indiscussa, “oro no se macia”, diceva; astuzia e perspicacia, unite ad una furbizia contadina, il tutto condito da una forte ambizione per perseguire quei risultati che parevano irraggiungibili, questo il sintetico profilo di Rodolfo e ben steso dai suoi due collaboratori più stretti, Bruno Zanetti e Mario Dell’Eva.

Per la sua lunga presidenza, su proposta della sezione A.N.A, gli venne concessa l‘onorificenza di Grand’ Ufficiale all’O.M.R.I..

Il 15 dicembre, alla sua morte, il figlio Carlo donò alla sezione una fotografia, sul retro della quale Rodolfo Mussoi aveva scritto: “Carissimi alpini, vi lascio una preziosa eredità: LA SEZIONE ALPINI DI BELLUNO, ABBIATENE CURA”. 

Giacomo Pellegrini
GIACOMO PELLEGRINI

Nato a Vas (BL) il 26 luglio del 1912, morto a Belluno il 14 luglio del1972.

Figlio di Francesco Pellegrini e Silvia Fascina, a Belluno consegue il diploma di ragioniere presso l’Istituto Catullo. Nel 1935 frequenta il corso per allievi ufficiali di complemento a Bassano e nel maggio del 1936 è nominato aspirante ufficiale, assegnato alla 142ª compagnia del battaglione «Bolzano» nel neocostituito 12° Reggimento alpini. Nel 1937 il battaglione passa all’11° Reggimento e nel maggio del ’40 viene mobilitato, partecipando alla breve offensiva contro la Francia. Nel mese di novembre è quindi imbarcato per l’Albania dove, sulle posizioni del Mali That, il battaglione è protagonista di sanguinosi assalti. Completamente isolato in conseguenza del ripiegamento degli altri reparti, resiste per più giorni subendo perdite gravissime. Ridotto a un pugno di alpini, con temperature gelide e la neve sino alla cintola, aprendosi il passo tra i greci, il 22 dicembre il “Bolzano” ripiega su Gusnara, dove giunge con 3 ufficiali e 40 alpini.

Proprio durante questi fatti d’arme, partecipando alle sorti del suo battaglione, Giacomo Pellegrini rimane ferito e gravemente compromesso da una polmonite.

Rientrato in Patria, dopo una lunga convalescenza, nel gennaio del 1946 ritorna come tenente al battaglione «Bolzano» che nel frattempo è stato inquadrato nel 6° reggimento alpini della brigata “Tridentina”.

Come invalido di guerra gli verrà successivamente riconosciuto il grado di colonnello del Ruolo d’Onore e nel giugno del 1957 sarà eletto Presidente dell’A.N.A. di Belluno. Manterrà quella carica sino al 26 febbraio del 1966 partecipando a raduni e manifestazioni, incrementando l’adesione di nuove leve ed assistendo alla nascita di nuovi Gruppi o alla ripresa di quelli sospesi durante il periodo bellico.

Durante la sua presidenza accade la sciagura del Vajont e il vicepresidente Rodolfo Mussoi supplisce ai vari ricoveri ospedalieri di Pellegrini che, dopo lunghe sofferenze, venne a mancare a Belluno il 14 luglio del1972, appena dopo i festeggiamenti per il centenario della fondazione del Corpo degli Alpini e l’inaugurazione del ponte a loro dedicato.

Giacomo Pellegrini riposa ora al cimitero di Prade, a Belluno.

Giovanni Luchitta
GIOVANNI LUCHITTA

Facente funzione di presidente dal 3 settembre 1950 a maggio 1951 e presidente da maggio 1951 al 30 maggio 1957

Nato a Cividale del Friuli il 26 luglio 1894 e morto il 18 dicembre 1960 a … 

Presidente dal 1951 al 30 maggio 1957.

Col. Giovanni Luchitta, aveva conseguito la licenza tecnica (ragioneria). Chiamato alle armi nel 1914 combatté sul monte Pasubio meritando la medaglia di bronzo al v.m.; promosso tenente colonnello nel 1940 comandò il Belluno dal 1941 al 1943 meritando la medaglia d’argento al Valor Militare.

Alla morte del colonnello Psaro (8 dicembre 1940) il Comando del 7°, durante la Campagna di Grecia (28 ottobre 1940 – 23 aprile 1941) venne assunto interinalmente dall’aiutante maggiore in 1° ten. col. Giovanni Lucchitta, fino alla designazione (9 dicembre 1940) del col. Amedeo Frati il quale giunse al reggimento il 15 dicembre 1940.             

Durante il suo mandato, nel 1953, la sezione collaborò intensamente con l’autorità militare, per l’organizzazione di una festa grandiosa, per la celebrazione della costituzione della nuova brigata Alpina Cadore e dei suoi reggimenti: 7° Alpini e 6° Ariglieria Montagna. (Un suo profilo più dettagliato si legge nel sito: Figure della sezione).

Agostino D'Incà
AGOSTINO D’INCA’

Nato a Belluno il 4 maggio 1893 e morto a Belluno il 2 settembre 1950.

Eletto presidente dal maggio 1948 al 1950.

Avv. Sen. Agostino D’Incà, nacque da modesti operai, si laureò in giurisprudenza nell’immediato dopo guerra l’11 dicembre 1919, forse appena cessato il servizio militare. Allo scoppio della grande guerra era ufficiale del 7° Alpini, sul monte Cauriol quando rimase ferito e fu curato per 16 mesi. Fece parte  del Comitato d’Azione per i Mutilati e Invalidi di guerra. Fu designato all’Ufficio Distrettuale di Belluno per l’assistenza ai combattenti congedati e loro famiglie. Nel 1919 fondò la sezione di Belluno dell’Ass. Naz. Mutilati e Invalidi di guerra. Entrò a far parte  del Partito Popolare e dopo l’avvento del fascismo entrò nel movimento clandestino di opposizione. Nel 1942 fu richiamato col grado di maggiore degli alpini e destinato ad un comando di tradotte per il trasporto di truppe in Russia. Dopo l’8 settembre 1943 partecipò alla resistenza e imprigionato per 41 giorni nel carcere di Baldenich. Nel 1945, finita la guerra, fu vice sindaco di Belluno e nominato Pubblico Ministero presso la Corte d’Assise Speciale. Fu nominato nel 1946 presidente della Deputazione Provinciale fino al 1948, quando diede le dimissioni per la nomina a senatore.

Il suo mandato di presidente della sezione Alpini di Belluno fu terminato dal sostituito vice presidente col. Giovanni Lucchitta nel 1950. (Un suo profilo più dettagliato si legge nel sito: Figure della sezione).

Rinaldo Doglioni
RINALDO DOGLIONI

Figlio di Luigi Doglioni e di Rosa Melame, Rinaldo nasce a Belluno il 4 gennaio del 1892 e morto il 7 ottobre 1957.

Nobile di nascita, cresce nella villa di famiglia a Castion, nei pressi dell’abitato di Cor. Intrapresi gli studi liceali, nell’aprile del 1912 viene chiamato alla visita di leva e giudicato abile di terza categoria. È quindi assegnato alla 6a compagnia automobilisti nel reggimento d’artiglieria di Mantova per passare nel maggio del 1915, al momento del richiamo alle armi, al Distretto di Belluno col grado di Sottotenente della milizia territoriale.

Durante la Grande Guerra condivide varie circostanze, specialmente nell’organizzazione logistica, che gli permettono di conseguire, alla fine delle ostilità, il grado di capitano.

Tra il primo e il secondo conflitto mondiale regge il Gruppo Alpini Castionese, denominato successivamente Gruppo “Bogo”, intitolato probabilmente alla memoria di un martire o ad un decorato della Grande Guerra.

Rinaldo Doglioni viene quindi nominato Presidente (Comandante) della Sezione Alpini di Belluno nel difficile periodo che va dal 1° giugno 1938 al 30 aprile 1945, con la Seconda Guerra Mondiale in corso e la città occupata dai Tedeschi, affiancato dai suoi fedeli collaboratori ed in special modo dal suo buon amico, il maresciallo Giuseppe Rodolfo Mussoi.

All’inizio delle ostilità, nonostante avesse ormai raggiunta l’età di 47 anni, Doglioni si era presentato come volontario, venendo arruolato presso il Comando di Vicenza dov’era stato incaricato di organizzare le tradotte per il trasporto truppe ed i rifornimenti logistici in partenza per il fronte. Aveva avuto così occasione di recarsi egli stesso, più di una volta, fino in Montenegro e sulle rive del Don. Era scampato fortunosamente alla disfatta dell’ARMIR ed alla conseguente, tragica ritirata solo perché aveva rinunciato, proprio in quel periodo, ad un viaggio in Russia in quanto impegnato per il matrimonio della figlia Leonella.

L’8 settembre 1943 si trovava a Vicenza e sua moglie gli aveva portato da casa gli abiti civili per poter scampare alle eventuali ritorsioni tedesche. Rientrato a Belluno si era presentato comunque al comando di zona, forse per senso del dovere o per salvaguardare la famiglia da eventuali ritorsioni, ed il comandante – persona onesta – gli aveva consigliato piuttosto di restare defilato e di riprendere il suo lavoro alla Banca Cattolica del Veneto, e così lui fece.

[Nell’immediato dopoguerra, dal 1946 al 1947, la Sezione di Belluno viene commissariata e l’incarico di reggerla provvisoriamente è assolto da Giuseppe Rodolfo Mussoi che nel maggio del 1948 lascerà il posto al neoeletto Presidente Agostino d’Incà.]

Rinaldo Doglioni morirà a Belluno il 7 ottobre 1957, venendo sepolto nel cimitero di Prade accompagnato dagli Alpini del Gruppo di Castion e della Sezione.

Giuseppe Reolon
GIUSEPPE REOLON

Presidente dal 1 maggio 1937 – 31 maggio 1938.

Figlio di Luigi Reolon e di Angela Balzan, Giuseppe nasce a Trichiana il 15 luglio 1892.

Di umile famiglia, in giovane età emigra con il padre in Svizzera per lavorare come muratore. Al rientro in Patria, nel 1913 viene arruolato nella 5a Compagnia di Sanità ed inviato in Tripolitania dove presta servizio presso l’Ospedale Territoriale n.1. Rientra l’anno successivo e nel mese di luglio viene nominato dapprima Caporale, poi Caporalmaggiore. Ottenuto il grado di Sergente, frequenta il corso allievi ufficiali di complemento e nel luglio del 1917 è arruolato nel 5° Reggimento Alpini come aspirante ufficiale del battaglione “Vestone”. Da tenente passa quindi al battaglione “Valtellina” col quale, nel marzo del 1918, è in linea sul Monte Cornone, versante Sud dell’Altipiano di Asiago.  Durante un’azione svoltasi a Cengia di Sotto viene ferito ed è ricoverato all’Ospedale di tappa di Verona.

Alla fine del conflitto, promosso capitano, è proposto anche per l’attribuzione della Medaglia d’Argento al Valor Militare, ma rifiutava l’onorificenza affermando di aver fatto solo il suo dovere.

Completati privatamente gli studi, si laurea in legge svolgendo poi la sua attività lavorativa presso l’I.N.P.S., a Belluno, dove il 1° maggio del 1937 viene eletto Presidente della locale Sezione A.N.A. 

Il 12 giugno 1937 inaugura la nuova sede sezionale al n. 10 di via Carrera.

Nel 1938 si era quindi trasferito a Vicenza accettando l’incarico di Direttore dell’I.N.P.S. Chiamato alla Presidenza della Sezione A.N.A. di Vicenza, nel settembre 1958, si dedica al suo potenziamento con sapiente spirito organizzativo e giovanile entusiasmo. Lascia quella presidenza nel 1961 morendo nove anni più tardi nella sua città di adozione.

A lui sarà intitolato il Gruppo Alpini di San Pio X che, nell’aprile del 2010, lo celebra gemellandosi col Gruppo di Trichiana, il suo paese natale.

Giacomo Palla
GIACOMO PALLA

Ten. Giacomo Palla, Comandante dal 4 marzo 1937 al 30 aprile 1937: partì volontario per la campagna d’Africa nella primavera del 1937, lasciando l’incarico al vice Ten. GIUSEPPE REOLON.

Figlio di Luigi e di Angelica Piaz, Giacomo nasce a Mis di Sospirolo il 3 gennaio del 1894.

Industriandosi fin da giovane, viene assunto da un’azienda fotografica padovana, lavorando allo stesso tempo nell’oreficeria dello zio materno, Giovanni Piaz, allora situata a Belluno in Via Garibaldi. All’età di vent’anni, chiamato armi l’8 settembre del1914, dichiara infatti di esercitare la professione di orologiaio.

Come iscritto al corpo nazionale volontari ciclisti, rinuncia al previsto periodo di congedo giungendo alle armi il 7 dicembre dello stesso anno assegnato al battaglione Belluno del 7° Reggimento Alpini. Con l’arruolamento volontario, procura inoltre il rinvio della leva militare a suo fratello Antonio.

Il 10 febbraio del 1915 Giacomo Palla viene nominato caporale ed il 23 maggio è in Val Cordevole, in territorio in stato di guerra, dove partecipa agli avvenimenti bellici in zona Marmolada. A settembre è promosso Caporal Maggiore, a novembre gli assegnano i gradi da Sergente ed il 30 aprile del 1916 ottiene quelli da Sergente Maggiore. Partecipa quindi alle azioni del suo battaglione fino al maggio del 1918 quando viene inviato a frequentare il corso per allievi ufficiali di complemento.

Come Aspirante Ufficiale prima, poi come Sottotenente, nel mese di giugno è assegnato al 4° Reggimento Alpini col quale, in zona Grappa (Solaroli), prende parte agli ultimi avvenimenti bellici potendosi in fine fregiare della Medaglia ricordo della Guerra Europea,

Trasferitosi nel settembre del 1926 a Belluno in casa dello zio Giovanni Piaz in Via Loreto, ha modo di conoscere una ragazza croata, Maria Inchiostri, che tre anni più tardi, a Venezia, porta all’altare.

Il 1° di gennaio del 1937 viene eletto Comandante del 10° Reggimento (così si chiamava allora l’Associazione Nazionale Alpini) della Sezione di Belluno. Sotto la sua presidenza vengono indetti vari incontri per sollecitare la costituzione di nuovi Gruppi, con l’auspicio di istituirne uno per ciascun Comune. Gli iscritti alla Sezione salgono in quel periodo da 512 a 820. 

Pochi mesi dopo la sua elezione, il 30 aprile del ‘37, lascia l’incarico al vicecomandante, Ten. Giuseppe Reolon, essendo egli in procinto di partire per l’Eritrea ingaggiato da una Ditta locale.

Rientrato in Patria nel 1939, riprende i suoi impegni partecipando alla vita associativa dell’A.N.A. ed alle adunate nazionali fino alla veneranda età di novant’anni, quando viene a mancare a Belluno il 14 settembre del 1984.

Dazio De Faveri
DAZIO DE FAVERI

Nato ad Alano di Piave (BL) il 24 dicembre 1881e morto di vecchiaia il 23 dicembre 1953 a Belluno.  

Presidente dal 20 giugno 1921 al 31 dicembre 1936.

Magg. DAZIO rag. DE FAVERI, è il primo presidente della Sezione Alpini di Belluno costituita nel 1921 e mantiene la carica di presidente fino al 1936..

Nella grande guerra, comandante la compagnia volontari alpini Feltre – Cadore; nel settembre del 1915 con un colpo di mano, tale reparto di arditi conquistò la cima dellaTofana I° (di Rozes). A De Faveri venne concessa la medaglia d’argento al V.M. con la motivazione: 

Comandante di una compagnia  di volontari alpini, riusciva ad occupare la cima di un monte, fugandone i difensori e mantenendo la posizione nonostante i contrattacchi nemici. In altra circostanza, conduce la compagnia in un brillante atto notturno contro trinceramenti avversari su di un contrafforte, cacciandone pure i difensori, nonostante il vivo fuoco della loro fucileria e artiglieria. Tofana; 24 settembre 1915”.

Venne promosso capitano e nell’agosto del 1917 è al 260° reggimento brigata «Murge» col quale partecipa alla XI battaglia dell’Isonzo alle pendici dell’Hermada (fronte Flondar-Medeazza). A fine settembre lascia il fronte isontino e s’imbarca per Tripoli come ufficiale inquadrato nel       35° reggimento della «Pistoia». Rimane in Libia fino all’ottobre del 1918 facendo in fine ritorno a Belluno. (Archivio Franco Licini).

Presso il suo studio, ebbe sede il comitato esecutivo e il comando civile per l’inaugurazione del  monumento al 7° Alpini, con la presenza di s.m. il re Vittorio Emanuele III che, inaugurò lo stesso giorno, il ricostruito ponte a Borgo Piave, nominato appunto “Ponte della Vittoria”, distrutto dai
tedeschi alla fine di ottobre 1918.

Sempre affiancato da don PieroZangrando che, con grande entusiasmo, lo accompagnava perfino al radunod’oltremare svoltosi a Tripoli nel 1935. Scrisse nel frattempo alcune memorie sulle imprese compiute dal Corpo Volontari Alpini “Feltre” che sono riprese in varie pubblicazioni. Dazio De Faveri muore a Belluno all’antivigilia di Natale del 1953; l’indomani avrebbe compiuto 72 anni. Riposa ora accanto a sua moglie nel cimitero di Belluno. (Un suo profilo più dettagliato si legge nel sito: Figure della sezione).

Nel 1929 avviene un cambiamento “esteriore” dell’Associazione Nazionale Alpini, sotto la presidenza dell’on. Angelo Manaresi che è ministro del Governo fascista e per “volere del Duce”, i Presidenti di Sezione vengono “nominati” dal Consiglio Direttivo Nazionale e si chiameranno “Comandanti”, i CapiGruppo saranno nominati dal Comandante di Sezione e si chiameranno “Capo Plotone”(dato che il gruppo diventa Plotone). Anche l’associazione cambiò nome in quello di “10° Reggimento Alpini e le Sezioni diventeranno “Battaglioni”, i Gruppi di conseguenza “Plotoni”.